Convento di Santa Maria della Purità


Fu fondato per volontà e donazione della nobil donna Delia Laurenzano, la quale da tempo custodiva nel suo cuore il pio desiderio di fondare un “conservatorio di donzelle“ per preservare le fanciulle povere del paese dai pericoli del mondo ed un tempio in onore di Santa Maria della Purità nella sua terra natale.
La chiesa doveva servire sia per le interne come per le esterne e doveva contenere anche un luogo di sepoltura per le interne del conservatorio. Il suo desiderio messo a conoscenza ad alcuni notabili del paese i quali, il tre del mese di maggio del 1659 costituirono un comitato pro erigendo composto di 20 persone e dopo 18 mesi dalla costituzione stipularono il rogito della fondazione.
L’opera ebbe inizio nello stesso palazzo della Laurenzano nel luogo dove si dice “porta di sopra” (Susa) e si chiamò “il conservatorio di donzelle”.
In quel periodo in Atripalda già esistevano tre conventi: dei Domenicani, degli Agostiniani e dei Francescani.
Nel secolo successivo alla fondazione, con l’accrescere delle suore e delle “educande”, viene eretto un nuovo complesso architettonico, che rispondeva meglio alle esigenze claustrali delle monache.
L’edificio conventuale fu costruito in quell’area di Atripalda detta “i fossi” dove la Laurenzano possedeva altre priorità al “Largo li fuossi”.
In passato non era facile per le “Donzelle” essere ammesse al “Conservatorio” chi vi entrava come “educanda” o per farsi monaca, doveva avere una “dote” e doveva essere figlia di nobili o di famiglia benestante.
Difatti, verso la metà del 1700 “le donzelle cittadine” che accedevano al Conservatorio pagavano circa 330 ducati, mentre le “forestiere” ne pagavano di più; oltre una ventina di ducati, che era la retta per il “diritto della porta”.
Le “monache” con capo D.Laurenzano, che fu la prima badessa , la quale prese il nome di “Suor Domicilia”, incrementarono l’attività con l’istruzione delle giovani interne ed esterne, l’arte del ricamo, del filet, del tombolo e del cucito, senza trascurare la loro formazione spirituale, che l’epoca di allora poteva offrire.
Vivevano con “regole” che di volta in volta venivano scritte dalla “Badessa e dai Governatori” del Conservatorio e modificate secondo la necessità dei tempi, queste poi venivano sottoposte all’approvazione del Vescovo pro-tempore.
Alle regole il Vescovo aggiunse un “Orario Annuale” da osservarsi dalle religiose del prenotato Conservatorio.
Il 15 settembre 1851 il Vescovo di Avellino fra Giuseppe Maria Maniscalco francescano alcantarino muniva di regole, il Conservatorio di S.Maria della Purità, del terzo ordine di San Francesco consistenti in dodici capitoli e questi in 83 articoli, tenendo presente le norme del Concilio Tridentino e delle disposizioni pubblicate dal Papa Innocenzo XI, con lo scopo a rendersi maggiormente saldo il candore e la disciplina.
E’ per devozione a San Francesco e con regole ricevute dal Vescovo vennero da allora in poi denominate Oblate del Terz’Ordine Francescano.
Alla monumentale costruzione settecentesca, sopraelevata dal livello stradale, si accede, all’ampio ingresso, per due brevi rampe di scale esterne, terminanti in un pianerottolo.
Sull’arco del portale dal 19 dicembre 1874 una vistosa iscrizione con lettere di ferro fuso”EDUCATORIO DI DONZELLE” non consone ai tempi attuali,nel 1955 venne sostituita da una modesta lapide marmorea” Istituto S.Maria della Purità”.
L’edificio ha un ampio e suggestivo chiostro nel quale dal 27 settembre del 1975 si ammirano una statua dell’Eterno Padre opera in marmo dell’artista Alfredo Sodani, suggestive vetrate e cancelli in ferro battuto eseguiti su disegno dell’architetto Santoro dall’artigiano atripaldese Silvio Romano.
Sul chiostro sono elevati due piani con camere per le suore, la costruzione termina con un terrazzo coperto.
Col nuovo istituto la pia opera ebbe un notevole sviluppo sia in vocazioni religiose, sia per moltiplicarsi della frequenza delle giovanette interne ed esterne , desiderose di istruzione ed apprendimento al ricamo.
Con l’avvento della seconda guerra mondiale, lutti e miseria colpirono anche Atripalda.
In data 29/10/1944 fu proprio una risposta telegrafica del Presidente Teodoro De Caprariis che comunicò la disponibilità di un locale idoneo ad accogliere 20 fanciulle abbandonate.
Le suore spinte dalla carità cristiana, prevenendo alle esortazioni del Papa e del vescovo si prodicarono in men che si dica all’apertura ufficiale dell’orfanotrofio che avvenne in data 7 giugno 1955, allo stesso unirono l’attività di asilo che fu inaugurata in data 28 ottobre 1957.
Dal 1979 che le suore del Conservatorio di S.Maria della Purità si dedicano all’assistenza alle anziane.
In ampio appartamento arredato in modo moderno e funzionale con 14 posti letto e un salone, vengono ospitate le persone anziane, bisognose di assistenza, di cure, e di amore che le suore svolgono con dedizione e spirito evangelico.
Dopo la ristrutturazione effettuata a seguito al sisma del 1980, l’opera non seconda ad altri Istituti assistenziali della terza età merita non solo di essere visitata, ma occorre anche la collaborazione di volontarie e di nuove vocazioni.
Sono stati utilizzati altri locali con un salone, dove da qualche anno un gruppo di giovani si incontrano per discutere i problemi sociali attuali, si preparano per la liturgia domenicale.
Periodicamente vengono ospitati gruppi catecumentali e adunaze del clero.
Attigua al Conservatorio è ubicata la Chiesa di S.Maria della Purità.
Il tempio, costituito dall’unica navata, entrando a destra presenta l’ingresso d’accesso al Conservatorio e una cappella rientrante lungo la parete, con altare e nicchia con la statua di San Gerardo Maiella. Alla parte sinistra c’è l’ingresso della sacrestia e la cappella della Vergine Addolorata.
Anticamente, una di queste cappelle era dedicata a S.Anna, questo lo fa supporre un atto notarile del”Campione”.
La chiesa fu danneggiata dai bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale, perdendo così la cupoletta lucernaio che copriva il presbiterio e il soffitto in legno adorno di una grande tela settecentesca, sostituita da un’affresco del maestro Alfonso Grassi di Solfora nel 1966 raffigurante S.Anna e S.Gioacchino con alcune figure bibliche. In primo piano è raffigurata la badessa del tempo Suor Maria Addolorata Adorasi.
L’altare maggiore in marmo ha per pala un dipinto su tela raffigurante la SS.Vergine della Purità del 1700 di De Maio.
Fino alla fine degli anni 80 a destra e a sinistra nel muro si trovavano due nicchie a metà che conservavano due mezzi busti in legno di S.Giuseppe e S.Anna con la piccola Madonna del 1700, di scultori ignoti, ritornata al vecchio splendore dopo il restauro del 1985 eseguito dal maestro Ovidio De Martino di Avellino.
Attualmente le due effige si trovano a sx e a dx delle due cappelle laterali della chiesa.

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